I populisti vincono solo quando il popolo diserta le urne

Analizzando i sondaggi, partiti e movimenti 'anti-sistema' crescono quando ci sono alte percentuali di astensionismo. Sicilia docet.

I partiti che hanno una chiara connotazione populista, in realtà puntano ad avere sempre meno elettori alle urne. Sembra un controsenso, eppure è la realtà dei numeri, almeno stando a quanto dicono i sondaggi e agli studi degli esperti del settore.

Ça va sans dir che questa non è una regola aurea, la materia demoscopica infatti non ha alcuna certezza, proprio perché si basa sugli umori e il sentimento generale nel momento in cui viene condotta un’indagine, ma resta un fatto da mettere agli atti, secondo un’osservazione dei trend elettorali.

Laddove l’astensionismo è molto alto, fino a raggiungere anche vette che sfondano la quota del 50%, a farla da padrone sono gli elettorati più compatti, in gergo definiti ‘militarizzati’. Fuori dall’Italia ci sono i casi lampanti di Donald Trump in America, che oggi siede nello Studio ovale della Casa Bianca grazie al voto dei ‘grandi elettori’, mentre quello popolare, comunque ininfluente, aveva premiato Hillary Clinton. E per ragioni diverse ci sono i neonazi austriaci e la destra lepenista in Francia, che hanno perso proprio perché l’affluenza alle urne è stata molto alta.

In casa nostra, invece, un tempo non troppo lontano era la sinistra a godere di questa fama di elettorato ‘militarizzato’, mentre oggi l’esempio più calzante è il Movimento 5 Stelle, che nei sondaggi supera il 30% solo ed esclusivamente quando aumenta la percentuale di quelli che non andranno a votare.

Come in Sicilia, dove il 4 novembre si sfideranno tutti i big per le elezioni regionali, ma al momento in testa c’è il centrodestra, con margini di miglioramento notevoli non avendo ancora saturato il proprio bacino. I grillini invece non riescono a discostarsi dal 27-28 %, e questo trend prosegue da luglio, da quando cioè la candidatura Giancarlo Cancelleri è stata metabolizzata dall’opinione pubblica.

A nulla sono serviti nemmeno i lunghi tour elettorali dei ‘pezzi da 90’ del M5S, come quelli del neo candidato premier e capo politico Luigi Di Maio, e del suo alter ego Alessandro Di Battista: da quella percentuale il candidato del Movimento non si schioda.

Il suo principale competitor, invece, è Nello Musumeci, espressione dell’unità tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, in forte ascesa, che veleggia tra il 33 e il 34-36%, cifra che se si confermasse alle urne gli consentirebbe di conquistare lo scranno di presidente della Regione siciliana, nonostante la polemica infuocata sugli “impresentabili” nelle liste a suo sotegno, come il figlio di Francatonio Genovese, ex deputato Pd, oggi FI, arrestato durante un’indagine per corruzione nel 2014.

Mentre il Partito democratico, che già sconta un gap dovuto ai 5 anni di governo Crocetta, il quale non riscontra il favore dei siciliani (sempre stando i sondaggi), oltre ad avere un candidato ‘debole’ come l’accademico Fabrizio Micari, ha anche un altro handicap creato dalla separazione interna all’area di centrosinistra, con il blocco Mdp-Sinistra italiana che appoggia apertamente il deputato Claudio Fava, il quale a sua volta non sfonda nei sondaggi. Va chiarito però che nemmeno se ci fosse una candidatura unitaria la gauche avrebbe potrebbe insidiare il duo Cancelleri-Musumeci in Sicilia.

Ma anche nell’isola di Sciascia la battaglia vera si gioca sulla percentuale dell’astensionismo. Più alto sarà, più i partiti e i movimenti di ispirazione populista avranno chance di vittoria. E dal momento che non è previsto un secondo turno per le Regionali, la sfida si gioca adesso, subito, senza possibilità di un secondo round ‘riparatore’.

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1 commento

  1.   

    da questa analisi risultano comunque vincenti ..i populisti.. le elites non passano. ma poi dare del populista ormai è un vezzo. Chì non vota è  un populista. m5s è populistaa prescindere . la lega poi non ne parliamo. sicuramente populista è il fratelli d’Italia e quindi musumeci. Se poi c’è forza italia che fin dalla sigla ha uno slogan populista. Fuori dal coro  rimane il pd e confratelli coltelli. loro son l’unico partito NON POPULISTA.. nel senso che del popolo se ne fregano. Infine gli impresentabili. vedete il figlio di genovese ha una colpa , è figlio di genovese padre. una gran brava persona quando era nel PD . impresentabile dopo che è passato in forza italia.Vero è in attesa di processo ma quanti ne abbiam visti poi assolrti?  A sinistra si tengano pisapia, emiliano, grasso e giudici varii.