Unicredit, i dati di 3 milioni di clienti in mano agli hacker

Si tratta di informazioni "non sensibili" secondo la banca, quali nominativi, città, numeri di telefono e indirizzi e-mail. Avviata indagine.

I dati di quasi 3 milioni di clienti di Unicredit sono stati compromessi. Lo ha annunciato il team di sicurezza informatica della prima banca italiana per fatturato. Il caso di accesso non autorizzato riguarda informazioni del 2015, o per lo meno quello è l’anno in cui il file è stato generato.

Il documento conteneva circa 3 milioni di informazioni, che secondo quanto affermato da Unicredit in una nota, non sono però “sensibili”. Si tratta di dati quali nominativi, città, numeri di telefono e indirizzi e-mail.

La banca, fa sapere l’Ansa, si sta occupando di comunicare l’accaduto nel dettaglio a tutte le persone interessate dalla violazione.

Durante la quale “non sono stati compromessi altri dati personali, né coordinate bancarie in grado di consentire l’accesso ai conti dei clienti o l’effettuazione di transazioni non autorizzate“.

Unicredit avvia indagine interna

I clienti colpiti sono stati o verranno contattati “esclusivamente tramite posta tradizionale e/o notifiche via online banking”, si legge nella nota. Per qualsiasi dubbio, i clienti possono contattare il servizio clienti di UniCredit o chiamare il numero verde 800 323285.

UniCredit ha immediatamente avviato un’indagine interna. La banca ha anche informato le autorità competenti, inclusa la polizia.

È un altro brutto colpo per l’immagine di Unicredit, già scalfita dall’annuncio del management di qualche settimana fa. L’amministratore delegato Jean-Pierre Mustier ha fatto sapere che le banche non possono stare a guardare mentre i tassi negativi provocano danni ai bilanci, compromettendo i margini.

Per questo l’istituto ha invitato la Bce a dire alle banche di passare i tassi negativi ai clienti. Da parte sua Unicredit imporrà “il più efficiente meccanismo di trasmissione” in modo che gli effetti collaterali vanno “gradualmente passati ai clienti”. A essere colpiti saranno i correntisti la cui somma depositata in banca supera una certa cifra.

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