Hedge Funds americani non speculano più contro la rottura dell’euro

Secondo gli ultimi dati della CFTC, l’agenzia Usa che controlla il mercato dei futures e delle commodities, andare short contro la moneta europea e’ ormai un trade perdente …

Secondo gli ultimi dati della CFTC, l’agenzia Usa che controlla il mercato dei futures e delle commodities, andare short contro la moneta europea e’ ormai un trade perdente tra i fondi speculativi. 

Sembra sia scemata la sfiducia degli hedge fund nei confronti dell’euro. Secondo i dati riportati dalla Commodity Futures Trading Commission, le scommesse contro una tracollo della moneta unica sono in netto calo.

La sfiducia degli hedge fund nei confronti dell’euro è iniziata qualche anno fa in occasione della crisi che ha rischiato di portare la Grecia fuori dall’eurozona ed è andata corroborandosi fino al periodo di inizio del QE voluto da Draghi. In quel range temporale tra il 2013 e il 2015 la fiducia degli hedge fund nella resilienza della moneta unica toccò il suo minimo storico.

Ciò che oggi spinge gli hedge fund a scommettere meno nei confronti di una fine imminente dell’euro è senz’altro la prospettiva, non più così lontana, di una normalizzazione della politica monetaria da parte della BCE e, quindi, di un apprezzamento dell’euro sul dollaro.

Un’altra spiegazione è sicuramente l’exploit nei sondaggi di Emmanuel Macron, candidato centrista e pro-euro alle presidenziali francesi del 23 aprile, il quale promette un rafforzamento dell’UE, non il suo smembramento. Prospettive che sembrano alla base della rinnovata fiducia degli hedge fund nei confronti della tenuta dell’euro.

Hedge fund: in calo le scommesse contro l’euro

La finanza speculativa torna a fidarsi dell’euro? Parrebbe di sì, secondo alcuni dati emessi dalla Commodity futures trading commission USA. Le scommesse nei confronti dell’euro sono in calo, a riprova della più assoluta inconsistenza del nesso diretto tra fatti politici e considerazioni di carattere finanziario.

Se da un lato una certa porzione di mercato ha avvisato con l’aumento repentino degli spread gli elettori francesi – e, più in generale, quelli europei – che non sarà tollerata la vittoria di alcun candidato euroscettico (né il soft Mélenchon né l’hard Le Pen), dall’altro opera una finanza speculativa che ritiene improbabile un scenario simile.

Il Financial Times si chiede giustamente se non sia il caso di definire quello sbocciato tra gli hedge fund e la moneta unica come un amore rinnovato dalle circostanze macro che disciplinano lo scenario europeo.

Per gli avvoltoi alla Soros, infatti, la prospettiva che la BCE normalizzi la politica monetaria rende l’Eurozona d’improvviso una landa appetibile dove tornare a brucare. Non sembra preoccupi granché il fatto che Draghi abbia recentemente smentito la prospettiva di un rialzo, almeno finché l’inflazione avrà sfondato il muro del 2% (un muro apparentemente indistruttibile). Nel mondo finanziario sono in molti a ritenere il cambio euro/dollaro esageratamente sottostimato. Per Deutsche Bank, infatti, un euro scambiato a 1,06$ è la cifra di una politica monetaria che ha ormai fatto il suo corso.

Nemmeno la notizia di un avvicinamento a vele spiegate di Mélenchon al duo di punta Macron/Le Pen sembri turbare il sonno degli hedge fund, tanto meno l’aumento dei CDS sui titoli di stato, ovvero le assicurazioni sul default del debito sovrano. Tutte avvisaglie che dovrebbero dimostrare che quella dell’euro è una resilienza fittizia, nonché una scommessa persa.

Fonte: Forexinfo.it

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