Le previsioni per una de-escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, paese dove si registrano tassi di crescita esponenziali nell’industria automobilistica, unite ai timori di un deficit lato offerta nel metallo autocatalitico, hanno provocato un’infiammata dei prezzi sui mercati delle materie prime.
Dopo mesi di calma apparente, il palladio si è issato ancora una volta su nuovi livelli record. Gli investitori nei metalli preziosi hanno un nuovo bene rifugio su cui puntare, ora che lo spunto dell’oro si è esaurito al termine di una corsa che durava ormai da cinque mesi.
Secondo il professore di Storia Economica all’Università Paris-Dauphine Philippe Chalmin, grande esperto di materie prime, nei prossimi mesi le tensioni legate alla guerra commerciale sino americana dovrebbero attenuarsi, anche perché Donald Trump non si può permettere di correre il rischio di compromettere la crescita economica quando manca un anno alle elezioni presidenziali. In ballo ci sono 30 miliardi di valore di beni importati dalla Cina.
Il palladio, che è usato come agente per la riduzione delle emissioni nei motori a benzina, è favorito in questo contesto. Il metallo, il quale oltre che come catalizzatore viene usato in gioielleria, ha visto i prezzi crescere di circa il 33% quest’anno. Dopo un paio di momenti no e fasi calanti tra marzo e maggio e da luglio ad agosto, il palladio è tornato a essere il metallo prezioso più richiesto.
L’andamento – va detto – è stato molto volatile ultimamente. Nelle contrattazioni di lunedì 30 settembre sul Comex di New York, i future sul palladio sono saliti ai massimi di sempre di 1.669,40 dollari l’oncia prima di assestarsi su un’area intorno ai 1.647,50 dollari. Nel solo mese di settembre i prezzi hanno guadagnato più del 9%.
