Google alla sbarra: class action di 60 dipendenti, per discriminazione

"Una cultura aziendale ostile alle donne" nel colosso hi-tech di Mountain View. Chiedono risarcimenti per sessismo e disparità salariali.

Più di sessanta donne, dipendenti o ex dipendenti di Google, sono pronte per una class-action contro l’azienda per sessismo e disparità salariali. La faccenda viene fuori mentre il colosso della Silicon Valley annaspa in una profonda crisi che nasce proprio da accuse di discriminazione. Lo scrive il Guardian citando l’avvocato James Frinberg, di San Francisco, specialista in azioni legali collettive.

Google sul banco degli “imputati” per discriminazioni di genere

L’avvocato spiega che le donne contestano di essere state pagate meno dei colleghi uomini a parità di qualifiche professionali e ruoli lavorativi. Altre sostengono di essere state ostacolate nella carriera da una “cultura che è ostile alle donne”. Proprio martedì 8 agosto, Google ha licenziato l’ingegnere autore di un manifesto che critica le iniziative per la parità e sostiene che il fatto che ci siano più uomini nei posti di comando di aziende tecnologiche sia dovuto a “differenze biologiche”. Insomma, sarebbero meno portate a capire la tecnologia.

Una class action finirebbe per coinvolgere il Dipartimento del Lavoro, che recentemente ha convinto un giudice a costringere l’azienda a fornire parte dei registri salariali. Google nega con forza che i salari siano discriminatori. Ma l’avvocato Finberg sostiene di aver già parlato con circa la metà delle 60 donne del gruppo e che le testimonianze concordano su chiare disparità che danneggiano le donne nell’azienda di Mountain View.

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