Google sul banco degli “imputati” per discriminazioni di genere

Sui media americani circola un documento scritto da un dipendente: "Questione biologica se non ci sono donne nei posti di comando".

Google si è trovata nell’occhio del ciclone dopo che è circolato sui media un documento scritto da un dipendente secondo cui c’è “una causa biologica” per l’assenza di donne nei posti di comando dell’industria tech. La tirata, che i media Usa non esitano a definire sessista, riaccende il dibattito, in realtà mai spento, sul sessismo e le discriminazioni di genere nella Silicon Valley.

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“Sto semplicemente dicendo che la distribuzione di preferenze e capacità tra uomini e donna differisce in parte per cause biologiche e che queste differenze possono spiegare perché non c’è una pari rappresentatività di donne nel settore tech e nelle posizioni di leadership”, si legge nel documento di 3.000 parole stilato da un anonimo programmatore maschio. Secondo l’autore le attitudini naturali degli uomini li mettono in grado di diventare programmatori migliori. Le donne, scrive, hanno una maggiore “apertura indirizzata verso i sentimenti e l’estetica piuttosto che vero le idee”, quindi “preferiscono lavori in ambito sociale o artistico”.

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