Tillerson – Lavrov a Mosca. In Siria, ‘Russia complice o incompente’

Il segretario di Stato americano Rex Tillerson, un texano di poche parole, ex Ceo della ExxonMobil, ha rilasciato una dichiarazione che preannuncia rapporti tesi tra Stati Uniti e …

Il segretario di Stato americano Rex Tillerson, un texano di poche parole, ex Ceo della ExxonMobil, ha rilasciato una dichiarazione che preannuncia rapporti tesi tra Stati Uniti e Russia. Sul bombardamento con i gas a Idlib, la “Russia è stata complice o incompente” e in ogni caso è lo stesso, ha detto Tillerson. Putin ha fatto sapere che non prevede alcun incontro con Tillerson.

“La priorità degli Stati Uniti in Siria e Iraq resta la sconfitta dello Stato islamico”. Lo ha detto il segretario di Stato americano Rex Tillerson, parlando a Lucca, dove si trova per il G7 dei ministri degli Esteri.

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Il raid in Siria “era necessario negli interessi della sicurezza nazionale statunitense” ha aggiunto, parlando dell’azione della scorsa settimana contro una base aerea delle forze militari del presidente Bashar al-Assad. “Gli Stati Uniti sperano in una Siria senza Assad”.

“Non possiamo lasciare che avvengano altri attacchi chimici” ha concluso. (Askanews)

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Gli Stati Uniti sperano che la Russia smetta di sostenere il presidente siriano Bashar al Assad perché azioni come l’attacco chimico della scorsa settimana gli hanno tolto qualunque legittimità.

Lo ha detto oggi a Lucca il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson.

“E’ chiaro per noi che l’era della famiglia Assad sta tramontando”, ha detto Tillerson ai giornalisti al G7, poco prima di partire per Mosca.

“Noi speriamo che il governo russo realizzi di essersi schierato con un partner inaffidabile, Bashar al Assad”, ha aggiunto. (Reuters)

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Un clima teso, dettato soprattutto dal brusco deterioramento delle relazioni tra Russia e Usa e l’aggravarsi della situazione in Siria, fa da sfondo alla visita in Russia del segretario di Stato Usa Rex Tillerson.

La prima visita di Tillerson a Mosca da diplomatico

Si tratta della prima visita di Tillerson in veste di capo della diplomazia americana, ma non la prima da uomo d’affari a Mosca dove arriverà in serata per poi avviare i colloqui, mercoledì 12 aprile, con il suo omologo Serghei Lavrov.

Il Cremlino sperava in un clima più costruttivo

Da capo della Exxon Mobil (fino a fine 2016), aveva compiuto diversi viaggi nella Federazione e ha familiarità con il presidente Vladimir Putin. A lungo ha collaborato con la major petrolifera di Stato, Rosneft, guidata da uno degli uomini piu’ potenti del paese, Igor Sechin.

Quando Donald Trump ha deciso di nominare Tillerson ministro degli Esteri della sua amministrazione, proprio questo suo passato aveva permesso a Mosca di sperare in un clima “più costruttivo” e di distensione nella relazioni bilaterali. Tuttavia, nei suoi primi mesi di vita, l’amministrazione Trump ha dimostrato subito che non c’era molto da sperare.

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Un incontro con Putin “non è in agenda”

Nella sua missione in Russia, però, non è ancora chiaro se Tillerson verrà ricevuto da Putin. Il portavoce del Cremlino ha detto che “per ora” questo impegno non è in agenda. Dopo l’attacco americano alla base aerea siriana della settimana scorsa, Mosca ha deciso di sospendere le comunicazioni con il comando della coalizione a guida Usa in Siria per evitare incidenti aerei.

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Il Cremlino ha definito il raid un'”aggressione contro un paese sovrano”, senza prove concrete della responsabilità di Bashar al-Assad nel bombardamento con armi chimiche sulla provincia di Idlib, fatto che ha ufficialmente scatenato la risposta di Washington. In questa situazione, la visita di Tillerson dovrà determinare come andare avanti: Mosca potrà contare sulla collaborazione della Casa Bianca o i due paesi inaspriranno ulteriormente le relazioni?

I punti chiave dell’incontro

  • Siria

Dai colloqui, la Russia vorrà capire la posizione ufficiale degli Stati Uniti sulla Siria e provare a delineare possibili campi di cooperazione perché è chiaro che senza Washington non ci potrà essere una soluzione alla crisi. Già prima dell’attacco americano alla base siriana il ministero degli Esteri russo aveva chiesto pubblicamente a Trump di chiarire la sua linea su Assad. Il Cremlino ha sempre avuto una linea coerente e accusa la Casa Bianca di dare segnali eterogenei. L’ambasciatrice Americana all’Onu, Nikki Haley, ha evocato un cambio di regime e ha lasciato aperta la strada a nuovi attacchi militari americani.

Tillerson, invece, ha invitato a “imparare la lezione della Libia” e ha dichiarato che la priorità è sconfiggere Isis. Allo stesso tempo, ha detto di essere deluso dal costante appoggio di Mosca a Damasco e ha telefonato nel fine settimana a Lavrov, il quale è tornato a difendere Assad dicendo che la Siria non ha armi chimiche e chiedendo un’inchiesta internazionale su quanto accaduto la settimana scorsa nella provincia di Idlib. Secondo indiscrezioni della stampa, Tillerson avrebbe il mandato di sondare il Cremlino su un possibile schema d’intesa che preveda anche l’uscita del presidente siriano. Mosca ha già detto che il suo appoggio al regime non è incondizionato, ma è sottinteso che l’obiettivo principale rimane avere garanzie sulla tutela dei risultati già raggiunti – tra cui le due basi militari a Latakia e Tartus – e l’influenza riconquistata nella regione.

Certo, se Tillerson arriverà a Mosca con un ultimatum, come hanno anticipato alcuni media, non ci sarà alcun passo avanti. Al Cremlino non piace impostare negoziati non alla pari, uno dei successi che Putin aveva già dato per assodato dopo l’elezione di Trump era proprio quello di poter tornare grande attore nella comunità internazionale a pari livello degli Stati Uniti. Il quotidiano ufficiale Rossiyskaya Gazeta ha scritto che la posizione degli Stati Uniti sul conflitto siriano è ancora in fase di formazione e quindi è difficile indovinare come verrà impostato il dialogo con Mosca, ma che le dichiarazioni del dipartimento di Stato non ispirano ottimismo.

  • Ucraina 

Sull’Ucraina, Tillerson probabilmente è intenzionato a fare pressione sulla Russia per incoraggiare l’attuazione degli accordi di Minsk. Ma Mosca ha già detto più volte di non essere parte dei firmatari degli accordi. Il segretario di Stato potrebbe anche chiarire che le sanzioni imposte dagli Usa per la crisi ucraina e la Crimea resteranno in vigore, fino a che Mosca non cambi completamente il suo atteggiamento e le sue azioni.

  • Elezioni Usa

Il segretario di Stato, in un’intervista alla Abc, ha detto che nella sua visita affronterà il tema degli attacchi hacker e delle intrusioni nella campagna elettorale per le presidenziali americane nel 2016.

Tra gli altri argomenti che potrebbero essere sollevati dal capo della diplomazia Usa, anche quello dell’Afghanistan, Corea del Nord e il controllo degli armamenti. (AGI)

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