Clinton: “Trump pericoloso, non ha il temperamento per gestire i codici nucleari”

“Credo che la persona che i repubblicani hanno nominato per la presidenza non può svolgere questo compito. Le idee di Donald Trump non sono solo diverse, ma pericolose …

“Credo che la persona che i repubblicani hanno nominato per la presidenza non può svolgere questo compito. Le idee di Donald Trump non sono solo diverse, ma pericolose e incoerenti. Non sono nemmeno idee”. Lo ha detto Hillary Clinton, sferrando un duro attacco contro il candidato repubblicano, che ha definito “non solo impreparato, ma per temperamento inadeguato”. Non dovrebbe, ha continuato, “essere colui che ha i codici di lancio nucleari”.

Secondo Clinton, “la scelta che ci si pone in queste elezioni è tra un’America impaurita, meno sicura e una America forte che tiene il suo popolo al sicuro”. “Come candidata presidente non c’è nulla che prendo più seriamente della sicurezza dell’America e terrò la sicurezza dell’America al centro della mia campagna, perche’ l’America è chiamata non solo ad eleggere il suo prossimo presidente ma anche il commander in chief”.

Leggi anche: L’America abbietta, il pessimo Trump e l’assassinio politico

Donald Trump presidente sarebbe “un pericolo per il mondo”. È l’appello che Hillary Clinton sembra rivolgere per rilanciare la sfida al tycoon di New York e rilanciare la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti.

Da settimane infatti gli occhi restano incollati sull’esuberante “presunto” candidato repubblicano, per le sue uscite sopra le righe come per quegli “indici di gradimento” che non accennano a calare e che promettono uno showdown con la ex first lady senza esclusione di colpi, di cui già si intravedono i primi sprazzi.

La ex segretaria di Stato decide di parlare sfidando adesso il rivale sulla politica estera. Lo prende di petto per “smascherare” il pericolo che a suo avviso si correrebbe nel consegnare le sorti dell’America, della sua posizione nel mondo, alla visione firmata Trump.

Eccola quindi la “dottrina Hillary” scandita punto per punto in un atteso discorso pronunciato a San Diego, in California, dove il prossimo martedì 7 giugno si terrà l’ormai ultimo appuntamento con le urne che può incidere sulla corsa. La frontrunner democratica vuole tracciare una linea chiara tra la sua concezione dell’America nel mondo e quella proposta dal candidato repubblicano, per dimostrare in definitiva che Donald Trump “è inadeguato per fare il presidente”.

E sferra l’offensiva contestando la convinzione espressa da Trump secondo cui è il momento di rivedere il ruolo degli Usa nella Nato; la proposta di lasciare che Giappone, Corea del Sud e Arabia Saudita si dotino dell’arma nucleare; l’intenzione di costruire un muro al confine con il Messico, quella di bandire l’ingresso dei musulmani negli Stati Uniti e di ricorrere alla tortura contro terroristi.

A questi cavalli di battaglia sbandierati da Trump, Hillary Clinton vorrà contrapporre il suo curriculum da segretaria di Stato. Come capo della diplomazia americana dal 2009 al 2013 può “rivendicare” di aver “assistito” il presidente Barack Obama nel processo che ha portato alla eliminazione di Osama bin Laden; può raccogliere credito per il lavoro preparatorio che ha poi portato alla firma dell’accordo sul nucleare iraniano, può citare anche quel “reset” con la Russia che aveva consolidato un processo di disgelo con Mosca e di riavvicinamento alla Nato, sebbene oggi se ne riscontrino evidenti rallentamenti.

C’è però anche Bengasi, la Siria e l’emergere dell’Isis, oggi minaccia principale che La Clinton ha già più volte additato con la promessa di annientarla, ma con una ‘”uova guerra” soltanto come ultima risorsa.

Deve quindi limarlo bene questo suo “manifesto”, perché ancora la nomination democratica ufficialmente in tasca non ce l’ha e anche perché a novembre avrà bisogno pure dei voti più liberal cui fino ad ora Bernie Sanders ha fatto da calamita e per questo troppo “falco” non può apparire.

I giochi saranno pressoché fatti dopo il voto in California di martedì, dove però i sondaggi prospettano un testa a testa tra Clinton e Sanders pericoloso per la ex first lady che non può permettersi di “vincere male”.

Trump intanto “perde” a Golf ed è furioso: proprio il Messico gli scippa uno dei più importanti tornei la cui organizzazione ha deciso di non disputare più presso il resort “Doral” a Miami di proprietà del tycoon, in sostanza perché non trova più sponsor disposti a rimanere nella stessa location e dal 2017 si terrà vicino città del Messico.

Il commissario del PGA Tour, Timothy Finchem, insiste nell’affermare che la decisione di spostare il “World Golf Chanpionship” non ha motivazioni politiche ma strettamente finanziarie, ma Trump bene non la prende: “È un giorno triste per Miami, per gli Usa e per il Golf. Questa decisione non fa altro che incarnare appieno la ragione per cui corro per la presidenza degli Stati Uniti. Spero abbiano una polizza assicurativa che li copra sui rapimenti”, ha reagito.

Lo speaker della Camera Paul Ryan alla fine dice che votera’ Trump (ma ninete ‘endorsement’)

“Voterò per Donald Trump il prossimo autunno”. Così Paul Ryan, lo speaker della Camera dei Rappresentanti, la più alta carica elettiva del partito repubblicano, annuncia pubblicamente il suo supporto per Donald Trump dopo mesi di freddezza. Ryan aveva più volte detto: “Non sono pronto a dargli il mio sostegno”. Oggi la svolta, che è l’imprimatur finale del partito alla candidatura del miliardario.

“Non è un segreto che abbiamo le nostre differenze” ma “ciò che abbiamo in comune supera le discrepanze” scrive Ryan sulla Janesville Gazette, giornale della sua città, senza mai utilizzare la parola ‘endorsement’. Ryan spiega di aver deciso di supportare la candidatura del tycoon newyorchese (che ha la nomination in tasca già da settimane) solo dopo aver discusso con lui di “politiche e principi di base”.

E dopo questi colloqui, “sono fiducioso sul fatto che ci aiuterebbe a trasformare le nostre idee in leggi per migliorare la vita delle persone. Per questo motivo voterò per lui il prossimo autunno”, conclude Ryan, lasciando intendere che l’establishment del Grand Old Pary si è ‘arreso’  e compattato intorno al “voterò per lui il prossimo autunno”.

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3 commenti

  1.   

     

    fisheagle
    …stai sereno guardando la vignetta…
     
    Hilary Clinton, la candidata della ” lobby sionista” per frenareTrump: “Permetterò che Israele uccida fino a 200.000 palestinesi abitanti di Gaza”
    http://www.controinformazione.info/hilary-clinton-la-candidata-della-lobby-sionista-per-frenaretrump-permettero-che-israele-uccida-fino-a-200-000-palestinesi-abitanti-di-gaza/
     
    ………………..ecccc………..
    ……..

  2.   

     @ Aquila Pescatrice…  Forse tu usi troppo la console, ma la valigetta nucleare del Presidente necessita di ben tre attivazioni di codici prima della sua conferma:  Esercito, Marina ed Aviazione: non dipende da lui solo..
    Il tuo e’ “un comportamento viscerale, completamente emotivo.. un concetto che fa un po’ paura e che evoca memorie spiacevoli “
    Preoccupanti sono invece le manovre Nato, vicine alla Russia che coinvolgono molti paesi, i vassalli Europei..Stiamocene invece a casa nostra e chiunque andra’ alla Casa Bianca, non sapra’ cosa farsene di quella valigetta.
    Sempre che si voglia la Pace…

  3.   

    certo che l’idea della valigetta nucleare in mano a Trump e’ preoccupante. Quello si accende come un fiammifero alla prima provocazione, non e’ difficile immaginarselo a strillarsi insulti con “dear leader” Kim Jong Un 🙂