Lo scaricabarile di Bankitalia: risparmi degli italiani in fumo per colpa dell’Europa

In una lettera al sindaco di Ferrara il capo segreteria particolare di Ignazio Visco ammette: per Cariferrara (ma anche per le altre banche) “ad agosto la Commissione Ue ha comunicato …

In una lettera al sindaco di Ferrara il capo segreteria particolare di Ignazio Visco ammette: per Cariferrara (ma anche per le altre banche) “ad agosto la Commissione Ue ha comunicato l’obbligo di stand still”.

Se migliaia di italiani hanno perso i loro risparmi, investiti in obbligazioni di banche sull’orlo del fallimento, la colpa è dell’Unione Europea.

Bankitalia punta il dito. Assolvendosi da ogni responsabilità in ordine al crac di Banca Etruria, Cariferrara, Banca Marche e Carichieti, via Nazionale tira in ballo la Commissione europea, accusandola d’aver stoppato il piano di salvataggio che avrebbe impedito il sacrificio dei piccoli risparmiatori. Una mossa che se da un lato mette in risalto per la prima volta in maniera ufficiale il ruolo della Commissione, sin qui tenuta ai margini di ogni polemica per evitare l’acuirsi delle tensioni tra Roma e Bruxelles, dall’altro inevitabilmente porta sul banco degli imputati anche il governo Renzi, asfaltato dagli eurocrati.

Non lascia dubbi la lettera che «per conto del Governatore dottor Visco» il capo del Servizio segreteria particolare del direttorio e comunicazione della Banca d’Italia, Gian Luca Trequattrini, ha inviato al sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, in risposta allo sconcerto manifestato «per il provvedimento di risoluzione della Cassa di Risparmio ferrarese». A spingere Cariferrara sull’orlo del precipizio, secondo Trequattrini, «scelte strategiche sbagliate poste in essere nello scorso decennio dagli organi della banca e operazioni di credito che hanno generato perdite rilevanti», all’incirca 376 milioni al 31 marzo 2015, oltre a sofferenze per un miliardo e 200 milioni. Ma ciò che rileva è altro: «L’aumento di capitale approvato dall’assemblea dei soci del 30 luglio – scrive Trequattrini – costituiva una valida soluzione alla crisi, ma non ha trovato immediata attuazione per l’esigenza di ottenere la prevista autorizzazione della Bce e dare corso, per il tramite del Mef, alla necessaria interlocuzione con la Commissione europea, atteso l’intervento del Fondo Interbancario di tutela dei depositi».

E quando i pontieri si sono messi all’opera per cercare un’intesa, è arrivata la doccia fredda: «A fine agosto la Commissione ha comunicato l’obbligo di stand still previsto dalla Banking Communication del 30 luglio 2013. Nel corso dei successivi contatti gli uffici della Commissione hanno ribadito la necessità che l’intervento del Fondo Interbancario prevedesse la preventiva compartecipazione alle perdite da parte di azionisti e creditori subordinati». Un quadro confermato dai commissari Ue Margrethe Vestager e Jonathan Hill, che il 19 novembre avevano poi diffidato per iscritto Palazzo Chigi: «Se uno Stato membro opta per lo schema di garanzia dei depositi per ricapitalizzare una banca allora occorre attenersi alle regole Ue sugli aiuti di stato». Insomma, tutti sapevano. E nessuno ha provato seriamente a fermare la ghigliottina del bail-in. Neppure la Banca d’Italia, che all’assemblea dei soci Carife lamentano le associazioni dei consumatori, e non solo loro – avrebbe potuto lanciare l’allarme e favorire la trasformazione di parte dei bond in azioni. Niente di niente.

Tanto che alla lettura dell’informativa di Bankitalia Tagliani (esponente di punta del Pd emiliano) è sbottato: «Una lettera di circostanza, che non entra nel merito delle questioni poste». Ancor più tagliente il giudizio della Lega, affidato al capogruppo in Regione Alan Fabbri: «Sacrificando Cariferrara il governo ha voluto coprire l’operato di Visco». Sola certezza, nel frastuono dello scaricabarile: il conto l’hanno pagato gli italiani, perché così Bruxelles ha deciso.

di Gianpaolo Iacobini

Questo articolo è stato originariamente pubblicato da ilGiornale

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Nuovo piano italiano per aiutare le banche a liberarsi di oltre 200 miliardi di sofferenze

Il nuovo piano del governo italiano per aiutare le banche nazionali a liberarsi di oltre 200 miliardi di sofferenze prevede che i crediti anomali siano conferiti a veicoli privati e che le banche abbiano la possibilità di comprare una garanzia pubblica a condizioni di mercato, riferisce una fonte vicina alla situazione.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a Bruxelles per l’Ecofin periodico, non è entrato in dettagli, confermando l’esistenza di un nuovo piano italiano per la gestione delle sofferenze bancarie, in cui potrà rientrare anche una forma di garanzia pubblica. Padoan ha poi detto di aver discusso del tema con la commissaria Ue per la concorrenza Margrethe Vestager giovedì 14 gennaio. “E’ una proposta leggera ma efficace. Il meccanismo della garanzia potrà essere parte della proposta. Si tratta di mettere in piedi un meccanismo che faciliti lo scambio dei crediti deteriorati. Ritengo che ci sia un mercato ma ha bisogno di qualcosa per dargli un avvio”, ha detto Padoan, aggiungendo di sperare in una soluzione a breve. “Prendere parte a questa iniziativa sponsorizzata da Tesoro e Banca d’Italia darebbe alle banche, specialmente quelle più piccole, possibilità maggiori di vendere i propri crediti anomali a un prezzo corretto”, ha spiegato la fonte.

La nuova versione, che è ancora in via di definizione e deve ricevere il via libera Ue, sembra meno favorevole per il sistema bancario italiano. Roma e Bruxelles discutono dallo scorso febbraio su come fare per aiutare gli istituti di credito nazionali a liberare i bilanci del peso delle sofferenze, che limitano le capacità di credito delle banche, nel rispetto delle norme europee sugli aiuti di Stato. In ottobre, Commissione e governo avevano abbandonato il progetto di una bad bank di sistema che avrebbe potuto utilizzare la garanzia dello Stato per il proprio finanziamento dopo un lungo braccio di ferro sul prezzo al quale tale garanzia sarebbe potuta essere acquistata.

Venerdì 15 gennaio una portavoce Ue aveva confermato che sul tema l’Italia ha delineato le linee guida di un piano informale, che porti a superare l’attuale fase di impasse. Sulla base di queste premesse, aveva aggiunto, Bruxelles è pronta e disponibile a collaborare.

di Francesco Guarascio, Francesca Landini

Fonte: Reuters

 

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3 commenti

  1.   

    il grandissimo problema economico italiano è tutto nella perdita della sovranità monetaria……. come può banchitalia controllare le banche che ne sono proprietarie? Renzi sostiene che la sua idea di economia è quella di Obama, ma gli manca una cosina….. la possibilità di emettere moneta….. finchè resteremo nell’area euro e non rinazionalizeremo banchitalia saremo sempre in una situazione peggiore, in quanto lo stato, per poter erogare servizi decenti, deve indebitarsi con le banche.
     
     

  2.   

    I banchieri di tutto il mondo si sono uniti e stanno dimostrando il loro potere!
    Ma che se ne faranno poi???

  3.   

    Ma è tutta una ..prassi.. italiana. lo scaricabarile è normale è sempre colpa degli altri.ma che mi spieghino perchè dobbiam pagare lautissimamente   delle persone… pensate al caso di alcuni anni or sono..PETER se lo ricorda,, quando venivan gentilmente concesse carte di credito con massimali da 10mila euri ai dirigenti.. e loro non prendono manco le mosche. Caro Peter manterresti a bistecche e salsicce un mastino che si  fa fregare da un ..chiuaua …? Questo vale anche per  con…sob  ovviamente . Abbiam una caterva di ..AUTORITI… CHE ne funzionasse in efficienza una. Solo carrozzoni per i pelandroni.. Quasi quasi chiamo…CANTONEEEEEE