Mutui in aumento nel 2015, ma il valore delle case crolla a picco

Incrociando i dati dei rapporti di Abi e Idealista emerge una fase molto positiva per chi vuole acquistare un’abitazione, mentre i proprietari sono costretti ad abbassare i prezzi …

Incrociando i dati dei rapporti di Abi e Idealista emerge una fase molto positiva per chi vuole acquistare un’abitazione, mentre i proprietari sono costretti ad abbassare i prezzi per cedere gli immobili.

Nei primi 11 mesi del 2015, infatti, le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno registrato un incremento annuo del +97,4% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. Lo rende noto l’Associazione bancari italiana sulla base di un campione rappresentativo di istituti di credito (che rappresentano oltre l’80% del mercato). I dati relativi al periodo gennaio-novembre del 2015 evidenziano la forte ripresa del mercato dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni.

Nel periodo gennaio-novembre 2015 l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 44,340 miliardi di euro rispetto ai 22,465 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’incremento su base annua è, quindi, del 97,4%. L’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari, nei primi 11 mesi del 2015, a circa il 32%. L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2015 è anche superiore sia al dato dello stesso periodo del 2013, quando si attestarono sui 17,123 miliardi di euro, sia al valore dei primi undici mesi del 2012 (18,794 miliardi di euro).

I mutui a tasso variabile rappresentano, nei primi undici mesi del 2015, il 43,7% delle nuove erogazioni complessive; nei mesi più recenti sono in forte incremento i mutui a tasso fisso che hanno raggiunto a novembre 2015 quasi il 65% delle nuove erogazioni, erano meno del 25% dodici mesi prima.

Nel corso del 2015 accelera la caduta del prezzo dell’usato in Italia, dove i valori delle abitazioni sono calati del 5%, a 1.973 euro/m2 dopo un’ulteriore flessione dell’1% nell’ultimo trimestre. I prezzi continuano a scendere confermando una tendenza in atto ormai dal 2010, anche se in alcune delle principali piazze immobiliari del Paese le quotazioni presentano variazioni positive. Per Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di Idealista: “L’anno si chiude con un calo dei valori oltre le attese, ma il quadro generale, in graduale miglioramento, fa ben sperare per un 2016 vivace sul fronte delle transazioni e più stabile sul fronte dei prezzi. Valori che, secondo le nostre attese potrebbero oscillare in una forbice compresa tra il -2,5% e lo 0%, dato rivisto a ribasso dopo il risultato dell’ultimo trimestre, inferiore alle aspettative”.

Solo la Valle d’Aosta chiude l’anno con un bilancio positivo relativamente ai prezzi del già esistente: 1,1%. In tutte le altre regioni si assiste a un deprezzamento del valore immobiliare della casa, con la maggior caduta in Friuli Venezia Giulia, dove i valori sono calati dell’8,3% negli ultimi dodici mesi. Subito a seguire si collocano il Piemonte (-8%) e la Lombardia (-7,2%). I ribassi minori nelle Marche (-0,9%) e in Trentino Alto Adige (-0,6%). La Liguria, con 2.734 euro al metro quadro, continua a guidare la graduatoria dei prezzi a livello regionale seguita dal Lazio (2.648 euro/m2) e Valle d’Aosta (2.473 euro/m2). Fanalino di coda con i suoi 976 euro è invece la Calabria,

A livello provinciale, il 2015 è stato un anno che ha visto la prevalenza di valori negativi molto marcati, con prezzi in calo in 67 delle 103 macro aree rilevabili in questo rapporto, segno che nei centri minori la fase recessiva si può dire tutt’altro che conclusa. La provincia di Roma (-12,8%) guida la lunga sequenza di ribassi davanti a Enna (-11,7%) e Torino (-10,6%). Cali a due cifre anche a Genova (-10,3%), Siena (-10,3%) e Gorizia (-10,1%). All’opposto, rimbalzi importanti nelle province di Verona (11,5%), Pesaro Urbino (9,1%) e Rimini (6,2%). Nel ranking dei valori, Savona (3.423 euro/m2) continua ad essere la provincia più cara, davanti a Bolzano (3.117 euro/m2) e Roma (2.847 euro/m2). In tutto sono 11 le aree provinciali dove i prezzi non superano i mille euro al metro quadro, tutte al sud tranne Biella, che chiude la graduatoria dei prezzi con 754 euro al metro quadro. I prezzi hanno proseguito in trend discendente nella maggior parte delle città capoluogo italiane: 41 dei 93 centri monitorati durante il corso dell’anno hanno accumulato ribassi superiori al 5%.

Cali a due cifre in 9 centri a partire da Pordenone (-17,4%), Vercelli (12,3%) e Barletta (-11,7%), dove i prezzi sono crollati. Anche l’andamento dei principali mercati rispecchia la tendenza generale, con rare eccezioni come Milano (0,7%) e Napoli (0,1%), pressoché stabili durante l’arco dell’anno. Per il resto, cali sopra la media nazionale nel periodo di analisi a Genova (-11,6%), Bari (-8%), Padova (-7,6%), Roma (-7,5%) e Palermo (-7%). Svalutazioni sotto la soglia del 5 per cento a Catania (-4,1%), Firenze (-2,2%), Venezia (-1,6%) e Bologna (-0,2%). Nel ranking delle città più care, Venezia (4.383 euro/m2) precede Milano (3.489 euro/m2) e Bolzano (3.420 euro/m2), che scalzano Roma (3.396 euro/m2) e Firenze (3.394 euro/m2) dal podio.

La capitale è scivolata dalla seconda alla quarta posizione del ranking dei valori immobiliari rispetto a un anno fa. Nella parte opposta della tavola, Biella perde ancora terreno e rimane la città dove comprare casa costa meno, con solo 795 euro/m2.

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