Siria, per anni contatti segreti tra l’amministrazione Obama e Bashar al Assad

Il presidente Usa chiese alla sua intelligence di trovare “crepe” nel regime per incoraggiare un colpo di Stato, ma presto capì che era più proficuo un dialogo, da …

Il presidente Usa chiese alla sua intelligence di trovare “crepe” nel regime per incoraggiare un colpo di Stato, ma presto capì che era più proficuo un dialogo, da tenere nascosto però. Inchiesta del Wall Street Journal.

Per anni l’amministrazione Obama ha avuto contatti segreti con elementi del regime siriano nel tentativo, fallito, di limitare la violenza nella nazione e portare il presidente Bashar al Assad a lasciare il potere. Lo scrive il Wall Street Journal dicendo di avere condotto decine di interviste con funzionari statunitensi e arabi. Secondo il quotidiano, all’inizio Washington aveva cercato nel regime crepe da sfruttare per incoraggiare un colpo di stato militare, ma ne trovò ben poche.

Nel 2011, quando il regime iniziò a reagire con la forza alle proteste e alcuni soldati iniziarono a lasciare l’esercito, l’intelligence americana identificò i funzionari parte della setta alawita di minoranza di Assad che avrebbero potuto potenzialmente portare a un cambio di regime. “La politica della Casa Bianca nel 2011 era di giungere a un punto di transizione in Siria attraverso la scoperta di crepe nel regime e l’offerta di incentivi alle persone affinché abbandonassero Assad”, ha spiegato un ex funzionario dell’amministrazione Obama al Wsj. Il punto è che la coesione del regime ha tenuto.

Gli sforzi dimostrano come l’amministrazione del presidente americano Barack Obama abbia faticato nel comprendere e interagire con una dittatura portata avanti da 45 anni dalla famiglia Assad. Diversamente dai canali segreti di comunicazione con l’Iran, quelli con la Siria non hanno mai preso piede. Le comunicazioni sull’asse Washington-Damasco erano limitate e intermittenti, talvolta portate avanti direttamente dai funzionari delle due nazioni, altre attraverso intermediari come Russia e Iran ossia i principali alleati di Assad. Fu nell’agosto 2011 che Obama pubblicamente disse che il presidente siriano doveva andarsene. Entro l’estate dell’anno successivo, la strategia Usa per un cambio di regime aveva chiaramente fallito.

Fu a quel punto che gli Usa decisero di dare sostegno ai ribelli, forse troppo lentamente scrive il Wsj. Nell’agosto del 2012, Obama tracciò una linea rossa nell’uso di armi chimiche da parte del regime Assad. Il Commander in Chief minacciò il ricorso all’azione militare nel caso di uso di armi chimiche, poi avvenuto nell’agosto 2013 quando si stima 1.400 persone siano morte. Invece che intervenire militarmente, l’amministrazione Obama raggiunse un accordo con la Russia in base al quale Damasco avrebbe eliminato il suo arsenale chimico. Mentre riscopriva la strada della diplomazia nella speranza di portare Assad a un tavolo negoziale, Washington fu presa alla sprovvista dall’ascesa dello Stato Islamico.

Assad si trovò servita l’occasione di presentarsi come un partner nella lotta contro l’avanzata del terrorismo nella Regione. Oggi, aggiunge il Wsj, quando Washington vuole notificare a Damasco dove intende dispiegare i combattenti siriani che hanno ricevuto traning dagli Usa per combattere l’Isis in modo tale che non siano confusi come ribelli, è Samantha Power, rappresentante permanente degli Usa all’Onu, ad inviare un suo vice a parlare con il collega siriano all’Onu Bashar Jaafari. (Aska)

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Governo siriano pronto a partecipare ai negoziati di pace di Ginevra

Il governo siriano è pronto a partecipare ai negoziati di pace a Ginevra, che spera porteranno alla formazione di un esecutivo di unità nazionale. Lo ha detto il ministro degli Esteri della Siria, Walid al-Muallem, parlando a Pechino insieme all’omologo cinese Wang Yi. “La nostra delegazione sarà pronta non appena avremo ricevuto la lista delle delegazioni dell’opposizione”, ha affermato al-Muallem, dicendosi fiducioso che i colloqui di Ginevra saranno “di successo” e permetteranno di creare un governo di transizione, che dovrebbe formare un comitato per redigere una nuova Costituzione e indire elezioni nell’arco di “più o meno” 18 mesi.

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2 commenti

  1.   

     

         Il leader di un potente gruppo ribelle siriano che controlla le periferie chiave di Damasco è stato ucciso in un attacco aereo, secondo fonti locali.
     
          Zahran Alloush, che guidava Jaish al-Islam, stava tenendo una riunione con dei comandanti ribelli quando il loro compound nei pressi della capitale siriana è stato attaccato.
     
         L’uccisione di Alloush,  figura controversa che ha contribuito a trasformare Jaish al-Islam in uno dei gruppi ribelli più organizzati e potenti in Siria, può offrire una spinta morale alle forze assediate di Assad. La televisione di stato ha detto che i corpi di Alloush ed altri capi ribelli sono sepolti sotto le macerie dopo il bombardamento aereo.
     
         Le forze di Alloush ricevono il supporto dell’Arabia Saudita, che ha sostenuto finora i ribelli siriani, ma adesso ha gettato il suo peso dentro la rinnovata spinta diplomatica per porre fine al conflitto. Gli intensificati attacchi russi contro le forze ribelli, tra cui gli alleati dei sauditi come Alloush, possono incentivare il sostegno del regno ricco di petrolio verso rinnovati sforzi di pace.
     
         Alloush, 44 anni, che aveva studiato diritto islamico in Arabia Saudita, fu rilasciato da una prigione siriana nel 2011 come risultato di una amnistia e poi si era unito alla rivolta contro il governo.
     
         Il suo gruppo tiene una zona che ha affrontato ripetuti violenti attacchi da parte del governo. Le sue forze, a loro volta, hanno sparato salve di mortaio indiscriminate in aree di Damasco, uccidendo e ferendo decine di civili.
     
         Anche se le forze di Alloush hanno combattuto gruppi estremisti come lo Stato Islamico, lui pure aveva rilasciato dichiarazioni che sembravano in sintonia con Al Qaeda e il suo defunto leader, Osama bin Laden. Alloush si è distinto anche per commenti dispregiativi sulle minoranze religiose in Siria, tra cui la setta alawita, un ramo dell’Islam sciita. La famiglia Assad è alawita.
     
    (fonte [inquinatissima! N.d.T.] The Washington Post)

  2.   

    ” quando Washington vuole notificare a Damasco dove intende dispiegare i combattenti siriani che hanno ricevuto traning dagli Usa per combattere l’Isis in modo tale che non siano confusi come ribelli, è Samantha Power, rappresentante permanente degli Usa all’Onu”
    Samantha Power, definita dal New Times : la donna più pericolosa dell’America.
    Ho imparato a collegare i nomi  dell’amministrazione Obama agli “squali ” americani e la ricerca è mai infruttuosa. Ora collegate Samantha Power a Soros e voilà …lo scenario diventa più chiaro.