Trump collassa nei sondaggi. GOP: “Deve lasciare”, o perdiamo anche Camera e Senato

Donald Trump è stato sommerso giovedi da un’ondata di sondaggi con notizie per lui scoraggianti, mentre una settimana straordinariamente negativa per la sua campagna elettorale si avvia alla …

Donald Trump è stato sommerso giovedi da un’ondata di sondaggi con notizie per lui scoraggianti, mentre una settimana straordinariamente negativa per la sua campagna elettorale si avvia alla conclusione. Molti i passi falsi, come l’aver maltrattato in pubblico i genitori decorati con la Gold Star, di un giovane capitano di fede islamica morto in Irak; poi la sua totale incompetenza sull’uso delle armi nucleari e infine il suo mancato endorsement di Paul Ryan, il popolare speaker della Camera, repubblicano con la più alta carica politica al Congresso.

Sondaggi negli stati chiave considerati campi di battaglia dove la vittoria è necessaria per conquistare la Casa Bianca, come Pennsylvania, Michigan e New Hampshire, suggeriscono tutti che la corsa alla Casa Bianca, fino a prima delle due Convention ristretta a un margine statistico di errore,  si è ormai totalmente spostata a favore del candidato democratico Hillary Clinton.

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Gli ultimi sondaggi mostrano Clinton con un vantaggio di 9 punti nel Michigan, un vantaggio di 11 punti in Pennsylvania, e un vantaggio di 17 punti in New Hampshire.

A metà luglio, i sondaggi condotti in ciascuno dei tre stati davano il favore dei due candidati nel margine di errore statistico di 3 punti in entrambe le direzioni.  In Michigan, dove stando al sondaggio del Detroit News Hillary Clinton ha un vantaggio di 9 punti, in un rilevamento che ha incluso il candidato del partito Libertario Gary Johnson e la candidata del Green Party Jill Stein, il sondaggista ha descritto “scioccante” il vantaggio della Clinton nelle roccaforti repubblicane nella zona occidentale dello stato.

“Trump è nel sottoscala, in questo momento, bisogna che trovino presto qualcosa per trasformare radicalmente questa partita”, ha commentato Richard Czuba, presidente della società di sondaggi Glengariff Group Inc..

“Se fossi un repubblicano, sarei oltremodo nervoso”, ha aggiunto il sondaggista.

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Hillary Clinton avanza nei sondaggi per le presidenziali americane sul rivale, il candidato repubblicano Donald Trump: secondo l’ultimo, a firma NBC/Wall Street Journal, ormai e’ avanti di 9 punti percentuali, 47 a 38% con una crescita di 5 punti percentuali rispetto a prima della Convention Democratica. E ormai a Washington il chiacchiericcio negli ambienti repubblicani e’ continuo: Donald Trump dovrebbe lasciare la corsa presidenziale prima dell’Election Day.

Anche perche’ il timore e’ che nel suo tracollo, il miliardario newyorkese potrebbe affossare anche la maggioranza repubblicana al Senato. Secondo The Politico Caucus, un gruppo di attivisti e analisti in 11 Stati cosiddetti ‘Swing’, quelli in cui il risultato e’ sempre in bilico, la maggioranza degli attivisti nel partito (il 70%) vorrebbe che il magnate newyorkese lasciasse la corsa e fosse sostituito da un altro repubblicano. “Preferirei dare possibilita’ a un chiunque altro candidato piuttosto che continuare con questo sicuro perdente che probabilmente ci costera’ anche il Senato e molto di piu'”, ha commentato un repubblicano del New Hampshire, in un questionario anonimo.

“L’effetto Trump ha il potenziale per essere devastante a novembre”, ha rincarato la dose un elettore della Florida, non solo nelle elezioni di novembre ma anche per “molti anni a venire”. Il regolamento interno del Partito Repubblicano prevede che, in caso di rinuncia del candidato ufficiale, il sostituto sia scelto dal Comitato Nazionale, composto da 168 membri; potrebbe anche essere riconvocata la Convention, anche se sembra altamente improbabile.

In questo scenario e’ probabile che non sara’ pacifica la scelta del sostituto, ma la cerchia dei nomi sembra ristretta al senatore del Texas, Ted Cruz, oppure l’uomo che scelto da Trump come vicepresidente, Mike Pence e infine il presidente della Camera, Paul Ryan. In realta’, Trump – e nel partito repubblicano ne sono ben consapevoli – non ha alcuna voglia di lasciare la partita; e interrogato sulla questione, il portavoce della sua campagna elettorale, Hope Hicks, ha risposto in una mail che “non c’e’ nulla di fondato” nella querelle.

Intanto, di fronte al crollo di consenso, lo staff ha consigliato a Trump di tornare a concentrarsi sulla Clinton, evitando terreni scivolosi come l’attacco al padre del soldato musulmano morto in Iraq o le diatribe interne al Gop, come il mancato endorsement a Paul Ryan. (AGI)

 

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2 commenti

  1.   

     
    Hillary Clinton: la candidata “President Killary”
     
    http://www.controinformazione.info/hillary-clinton-la-candidata-president-killary/
     
    di Paul Craig Roberts
    Questa è una traduzione di un articolo che avevo scritto per la rivista tedesca “Compact“. Ero stato indotto a farlo dalla qualità, a dire il vero molto alta, degli articoli che “Compact” offre ai suoi lettori. Se solo negli Stati Uniti ci fossero più persone capaci di andare oltre il puro intrattenimento e capire quali sono le vere forze che li controllano, allora potrebbe esserci ancora un po’ di speranza per l’America.
    Compact” è una speranza per la Germania. I Tedeschi stanno incominciando a capire che il loro paese non è sovrano, ma sottomesso a Washington, e che il loro Cancelliere fa gli interessi dell’egemone e della finanza americana, non certo quelli del popolo tedesco.
     
    Hillary Clinton ha dato prova di essere il “candidato di teflon” [antiaderente, NdT]. Nella sua campagna per la nomination democratica alle presidenziali, è uscita indenne da tutti gli scandali più importanti, uno solo dei quali sarebbe stato sufficiente a distruggere qualsiasi altro esponente politico. Hillary ha intascato cospicue tangenti da corporations e organizzazioni finanziarie sotto forma di compensi per conferenze. E’ sotto indagine per uso improprio di informazioni classificate, un reato per cui molti delatori sono finiti in prigione. Hillary è sopravvissuta al bombardamento della Libia, alla creazione, per merito suo, di uno stato libico fallito che è oggi la fabbrica principale dei terroristi jihadisti, e alle polemiche sui fatti di Bengasi. E’ sopravvissuta alle accuse secondo cui, come Segretario di Stato, avrebbe favorito interessi stranieri in cambio di donazioni alla Fondazione Clinton. E, naturalmente, c’è un lungo elenco di scandali precedenti: Whitewater, Travelgate, Filegate. Nel libro “La regina del caos” di Diana Johnstone, Hillary Clinton viene descritta come “Il commesso viaggiatore n°1 dell’oligarchia dominante”.
    Hillary è assunta e pagata per fare gli interessi delle grandi banche, del complesso industriale militare e della lobby israeliana. Farà questi interessi, e non quelli del popolo americano o degli alleati europei dell’America.
    Il fatto che la Clinton sia stata comprata da gruppi di interesse è di pubblico dominio. Per esempio, secondo la CNN, fra febbraio 2001 e maggio 2015 Bill e Hillary Clinton hanno incassato 153 milioni di dollari in compensi per conferenze, per 729 discorsi, ad un costo medio di 210.000 dollari.
    Quando si è capito che Hillary sarebbe diventata il probabile candidato democratico alle presidenziali, i suoi compensi sono aumentati. La Deutsche Bank ha pagato 485.000 dollari per un discorso, Goldman Sachs 675.000 dollari per tre discorsi. Bank of America, Morgan Stanley. UBS e Fidelity Investments hanno pagato, ciascuno, 225.000 dollari.
    Nonostante l’impudica volontà di Hillary di farsi corrompere pubblicamente, il suo avversario, Bernie Sanders non è riuscito a trarre vantaggio dalla sfrontatezza di Hillary. I due maggiori quotidiani fedeli alle istituzioni, il Washington Post e il New York Times, hanno sempre preso le difese di Hillary.
    Hillary è una guerrafondaia. Ha spinto l’Amministrazione Obama alla distruzione di un governo stabile e assai cooperativo in Libia, dove la “Primavera araba” altro non era se non un gruppo di Jihadisti pagati dalla CIA, utilizzati per scalzare la Cina dai suoi investimenti petroliferi nella Libia orientale. Ha costretto il marito a bombardare la Yugoslavia. Ha spinto per un “cambio di regime” in Siria. Ha tirato le fila del Colpo di Stato che ha estromesso il Presidente dell’Honduras, eletto democraticamente. Ha portato al Dipartimento di Stato la neoconservatrice Victoria Nuland, la madrina del Colpo di Stato che ha portato alla caduta del Presidente dell’Ucraina, anch’esso eletto in modo democratico. Hillary ha definito il Presidente della Russia, Vladimir Putin “Nuovo Hitler”. Hillary, come Presidente, garantisce guerra, e ancora guerra.
    Negli Stati Uniti, il governo è stato privatizzato. I funzionari pubblici usano le loro cariche per arricchirsi, non per servire il pubblico interesse. Bill e Hillary Clinton sono la quintessenza dell’utilizzo di un incarico pubblico per l’interesse privato del funzionario pubblico. Per i Clinton, governo significa utilizzare la carica pubblica per favorire interessi privati, da cui poi si otterranno ricompense. Secondo il Wall Street Journal “almeno 60 aziende che avevano interessi nel Dipartimento di Stato durante il suo (della Clinton) mandato come Segretario di Stato hanno devoluto in totale più di 26 milioni di dollari alla Fondazione Clinton”.
    Secondo il washingtonblog.com “Alla fine, la Fondazione Clinton e i suoi associati hanno raccolto donazioni e impegni da chiunque, per più di 1.6 miliardi di dollari, secondo quanto dichiarato al fisco”.
    Secondo rootsactionteam.com fra i benefattori multimilionari della Fondazione Clinton ci sono l’Arabia Saudita, l’oligarca ucraino Victor Pinchuk, il Kuwait, la Exxon Mobil, gli amici dell’Arabia Saudita, James Murdoch, il Qatar, la Boeing, Dow, Goldman Sachs, Walmart e gli Emirati Arabi Uniti.
    Secondo l’International Business Times, “Durante il mandato di Hillary Clinton, il Dipartimento di Stato ha approvato vendite di armi per un valore di 165 miliardi di dollari a 20 nazioni, i cui governi avevano dato milioni alla Fondazione Clinton“.
    Hillary Clinton è riuscita a sottrarsi senza danni a così tanti reati e scandali che probabilmente sarebbe il Presidente più sconsiderato di tutta la storia dell’America. Con una nuova corsa al riarmo, con la Russia ritenuta “una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti” e con il Presidente Putin “Nuovo Hitler”, secondo la sua definizione, l’arrogante baldanza della Hillary potrebbe alla fine innescare un conflitto fra NATO e Russia. Considerando gli straordinari poteri distruttivi delle armi atomiche, Hillary Presidente potrebbe significare la fine della vita sulla Terra.
     

  2.   

    Hillary Clinton
    Che curriculum,cominciando dal Rose Law Firm Whitewater scandal! Ama, la signora, rotolarsi nel fango e gli americani ne sono felici e contenti.
    Se volete rinfrescarvi la memoria
    http://www.washingtonpost.com/wp-srv/politics/special/whitewater/timeline.htm