Referendum, Financial Times: “Se vince il no, otto banche italiane rischiano di fallire”

Il Financial Times torna a parlare del referendum costituzionale italiano prevedendo seri rischi per il sistema bancario qualora dovesse vincere il No. Se il prossimo 4 dicembre “il premier …

Il Financial Times torna a parlare del referendum costituzionale italiano prevedendo seri rischi per il sistema bancario qualora dovesse vincere il No.

Se il prossimo 4 dicembre “il premier Matteo Renzi perderà il referendum costituzionale fino a 8 banche italiane, quelle con più problemi, rischiano di fallire”. L’allarme è lanciato senza troppi giri di parole dal quotidiano inglese secondo il quale, citando funzionari e banchieri di alto livello, l’eventuale vittoria del No tratterrebbe “gli investitori dal ricapitalizzare” gli istituti in difficoltà (vedi a fondo pagina risposta del ministro dell’Economia Padoan).

Renzi che ha detto che si dimetterà se perderà il referendum, ha promosso una soluzione di mercato per risolvere i problemi da 4.000 miliardi di euro del sistema bancario italiano“. E nel caso di dimissioni di Renzi i banchiere temono “la protratta incertezza durante la creazione di un governo tecnico”.

Gli otto istituti a rischio

  • Monte dei Paschi di Siena;
  • Popolare di Vicenza;
  • Carige;
  • Banca Etruria;
  • CariChieti;
  • Banca delle Marche;
  • CariFerrara.

Per il foglio della City “la mancanza di chiarezza sul nuovo ministro delle Finanze potrebbe prolungare le turbolenze di mercato sulle banche italiane. I finanziatori italiani hanno già visto più che dimezzarsi il valore (dei loro investimenti) quest’anno per i timori sui prestiti non garantiti (non-performing loans). Le banche italiane hanno 360 miliardi di prestiti problematici a fronte di un patrimonio di 225 miliardi. Il fallimento della ricapitalizzazione di Monte dei Paschi di Siena da 5 miliardi” che “si tradurrebbe nel più vasto crollo della fiducia nell’Italia che minaccerebbe la soluzione di mercato per le altre banche sofferenti. Il timore è che il contagio dei problemi delle banche più piccole potrebbe minacciare l’aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit, la più grande banca italiana in programma per l’inizio del 2017″. Quindi il nodo resta la soluzione della capitalizzazione di Monte dei Paschi di Siena. Se non si supera l’ostacolo si può innescare un effetto a cascata che potrebbe travolgere gli altri 7 istituti minori ma anche danneggiare il colosso Unicredit.

Qualche giorno fa il Financial Times, parlando sempre del risultato del 4 dicembre, aveva ipotizzato un’uscita dell’Italia dall’euro. (AGI)

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Referendum, Padoan: rischi su banche citate da FT noti e diversi

Il rischio che una serie di banche italiane possano fallire in caso di una vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre riguarda casi noti e diversi tra loro, ha detto il ministro dell’Economia in risposta a un articolo del Financial Times.

“Le banche citate dal Financial Times sono casi ben noti, non c’è nessuna nuova notizia sono casi diversi trattati con prospettive diverse”, ha detto Pier Carlo Padoan, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

“In ciascuno dei casi ci sono problemi diversi che richiedono strategie specifiche che sono in via di implementazione, con diversi gradi di implementazione. Ciascuno di questi casi si sta gestendo da solo”, ha aggiunto.

Padoan ha comunque sottolineato le tensioni che possono accompagnare l’incertezza con l’approssimarsi del voto referendario del 4 dicembre a cui è appeso il destino del governo.

“Ovvio che mercati finanziari non amino l’incertezza, che in questi ultimi tempi è molto aumentata e stanno valutando con perplessità che politiche economiche di riforme siano messe in qualche modo implicitamente in discussione. Non credo che lo saranno, certo a nessuno piace andare per mare con un mare agitato ma tornerà il sole”, ha detto.

Il Financial Times scrive che fino ad otto istituti italiani rischiano il fallimento se il referendum costituzionale dovesse vedere una prevalenza del “no”. Citando funzionari e banchieri, il quotidiano britannico sostiene che le turbolenze sui mercati scatenate dalla vittoria del “no” scoraggerebbero gli investitori dal ricapitalizzare le banche italiane.

Le banche citate sono Mps, Veneto e Vicenza, le quattro banche della risoluzione dello scorso novembre (Marche, Etruria, Ferrara e Chieti) e Carige.

Secondo il ministro “l’articolo del Financial Times mette insieme tante cose: forse è lunedì e non avevamo molte cose da dire”. (Reuters)

 

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9 commenti

  1.   

    BELFY  comunque vada sarà l’ennesima crepa in questo poco affidabile paese. ma mi rifiuto di credere che la soluzione sia renzi. Se mi dici che il tuo è un voto per difendere i tuoi interessi  mi può stare anche bene e addirittura norrmale, ma se in fondo guardi la tua anima e la tua ideologia  ammetterai che renzi ne rappresenta il peggio del peggio.

    Originariamente inviato da belfagor: Otto banche? Fossero solo le banche…. Se vince il no, molto molto molto molto peggio si prepara. Su tutti i fronti. Povera Patria….

     

  2.   

    Otto banche? Fossero solo le banche…. Se vince il no, molto molto molto molto peggio si prepara. Su tutti i fronti. Povera Patria…. 🙁

  3.   

    Ma di cosa parlano..??  Tutti sono protesi a portare la Gerra alla Russia, e ci  si preoccupa se chiudono 8 Banche smandrappate??  Dobbiamo aver paura di questo??
    Ma se Putin chiude il Gas alla Merkel, quante Banche Tedesche possono sopravvivere?
     

  4.   

    gent.  signora carla..mi consenta.. per le banche è ovviamente preferibile  avere alla presidenza del consiglio un uomo per così dire..vicino.. che un grillo che magari manda a fanculo  mps. giudicata il bancomat del pd. è ovvio propendere per renzi che farà di tutto ..a soldi nostri.. per salvare la banca del partito ed evitare la ricaduta di discredito che comporterebbe. Già lo stato ha il 4 e rotti in possesso, ha già dichiarato che metterà altri soldi..sempre nostri.. e sui quali ha già maturato perdite di centinaia di milioni di euri. Rimane evidente il terrorismo e giusta la sua osservazione. il giorno 5 le banche son  sempre quelle del 4 pomeriggio. Occorreva intervenire? in precedenza?    il Bail inn è stato recepito in ritardo dalle ns autorità. son stati venduti prodotti tossici, la consob dove era?   bankitalia?  ma il problema fondamentale di una democrazia è la trasparenza e la giustizia. su questo siam messi molto male. Noi quindi dovremmo chinare il capo , votare si e accettare i .dictat.. dell’europa, delle banche  di renzi?  ovviamente ognuno lo farà fino al livello della propria dignità. ammessa che ci sia..

  5.   

    Ma se invece vince il si, un bel colpo di spugna e tornano sane tutte questa banche? Oppure per miracolo si ritorna indietro nel tempo fino al 2015 e possiamo avvalerci del bail-out? Meglio ancora se fosse per me proporrei una lunga rincorsa e ritornare al 2011, scansando le ottimistiche previsioni del docente della bocchini sanare le banche in difficoltà (invece di dichiararle tutte in ottime salute)come hanno fatto gli altri stati europei tipo la Spagna con una cifra mi sembra attorno ai 40 mld. di euro? Credo invece che SI o NO questo sia l’ennesimo ricatto politico, non siamo con situazioni fallimentari scritte sul ghiaccio che un caloroso SI possono cancellare. C’è gente derubata in modo continuato, che si è addirittura vista falsificare la firma su documenti di investimento, non credo si possa cancellare tutto con un SI e non sarebbe giusto per i disonesti, che purtroppo da noi non verranno mai messi in manette, ma godranno i capitali così illegalmente accantonati all’estero. Per niente siamo il paese dei mafiosi e dei camorristi sepolti in aticano.

  6.   

    come dice GRILLO  ..in questo caso ha perfettamente ragione..mps è stato il bancomat del pd.   a siena in effetti era così . soldi alla città amministrata pd, banca gestita dalla fondazione dove comandava il pd   dipendenti dalla spiccata vocazione a sinistra, carriere fatte  in modo..sinistrato… e potrei continuare. una autentica mucca da mungere.Bisogna essere pure bravi  visto che era una banca che accumulava ricchezza fin da prima della scoperta dell’america. che aveva ormai ammortizzato l’ingente patrimonio immobiliare, le notevoli opere d’arte e via andare. ora è diventato una mina vagante capace di far esplodere tutto il mondo bancario e non solo nostrano. intanto la giustizia fà il suo corso, magari pure qualche via laterale, magari si potrebbe andare incontro a qualche prescrizione. Io credo non ci voglia molto  a dimostrare che ci son dei colpevoli. ma così va il mondo. mi piacerebbe che fosse noto a chì ha prestato i soldi mps. ovviamente non ai piccoletti ma da 5 milioni di euro in sù. ne vedremmo delle belle.  tanti bei nomi da salotto buono ci potrebbero raccontare la loro storia. quali gaRaranzie avevano e con quale dirigente o consiglio di amm.ne hanno trattato . questo dovrebbe succedere in un paese serio .

    1.   

      Ma i pdioti sono bravi, basta vedere come ci sgovernano, e prendere p.e. il comune di Roma con 25 anni di governi a sinistra e ben 3 commissariamenti all’attivo. E’sotto gli occhi di tutti che affari ci ha fatto fare il mortadella in europa con il nostro cambio lira/euro. Questi geni della finanza e dell’economia non governano da così poco, anche la casalinga di Voghera (non quella campionessa da Gerry Scotti ovviamente) saprebbe fare di meglio.                                                                              Originariamente inviato da robyuankenobi: come dice GRILLO  ..in questo caso ha perfettamente ragione..mps è stato il bancomat del pd.   a siena in effetti era così . soldi alla città amministrata pd, banca gestita dalla fondazione dove comandava il pd   dipendenti dalla spiccata vocazione a sinistra, carriere fatte  in modo..sinistrato… e potrei continuare. una autentica mucca da mungere.Bisogna essere pure bravi  visto che era una banca che accumulava ricchezza fin da prima della scoperta dell’america. che aveva ormai ammortizzato l’ingente patrimonio immobiliare, le notevoli opere d’arte e via andare. ora è diventato una mina vagante capace di far esplodere tutto il mondo bancario e non solo nostrano. intanto la giustizia fà il suo corso, magari pure qualche via laterale, magari si potrebbe andare incontro a qualche prescrizione. Io credo non ci voglia molto  a dimostrare che ci son dei colpevoli. ma così va il mondo. mi piacerebbe che fosse noto a chì ha prestato i soldi mps. ovviamente non ai piccoletti ma da 5 milioni di euro in sù. ne vedremmo delle belle.  tanti bei nomi da salotto buono ci potrebbero raccontare la loro storia. quali gaRaranzie avevano e con quale dirigente o consiglio di amm.ne hanno trattato . questo dovrebbe succedere in un paese serio .
       

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    caro  mazzoni probabilmente  gli spagnoli ti direbbero che il tontolone lo abbiamo  noi. Non abbiam ricapitalizzato ..porchè non tenevamos  dinero… ed il nostro deficit è .mas  major que espana..  e le nostre banche non teneban  ninguno impedimiento   consob y  banca de italia dormian  sul pero de isquierda … se  son ..reveillados… alle cinco de la tarde.  salud y dinero muy hermoso  ranocchiones… ,Originariamente inviato da m.mazzoni: Bravi finalmente un po’ di verità sullo stato delle nostre banche dalla stampa internazionale! Che vinca il Sì o il No poco cambia se queste otto banche rischiano il fallimento, vuol dire che sono messe proprio male, quindi bisogna intervenire! Chi ci mette i soldi? Il sistema bancario con Atlante 2 la vendetta, il Fondo Interbancario di Tutela Depositi, così si snatura come è già stato fatto la natura del fondo. In ogni caso così procedendo si “infettano” anche le banche sane e ce ne sono. Lo Stato non può ricapitalizzarle ed anche ammesso che riceva il via libera dall’UE non ha i soldi. Quindi meglio il bail-in, o come dicono i genovesi il belìn, con le conseguenze del caso. P.S. Ma Atlante 1 non era già intervenuto sulle ultime quattro della lista, non ci doveva essere già la fila per vendere le good bank, o mi sono perso qualcosa. Comunque ci vorrà  una discreta moral suasion per costringerei CEO Messina di Intesa SanPaolo a sborsare altri denari per gli Atlanti Comunque noi siamo tranquilli nel votare No o Sì, tanto abbiamo il più solido sistema bancario al mondo, sono quei “tontoloni” degli spagnoli che hanno chiesto aiuto all’ESM (40 mld) per ricapitalizzare le loro banche quattro anni fa con il Fondo de reestructuración ordenada bancaria (FROB).  
     

  8.   

    Bravi finalmente un po’ di verità sullo stato delle nostre banche dalla stampa internazionale! Che vinca il Sì o il No poco cambia se queste otto banche rischiano il fallimento, vuol dire che sono messe proprio male, quindi bisogna intervenire! Chi ci mette i soldi? Il sistema bancario con Atlante 2 la vendetta, il Fondo Interbancario di Tutela Depositi, così si snatura come è già stato fatto la natura del fondo. In ogni caso così procedendo si “infettano” anche le banche sane e ce ne sono. Lo Stato non può ricapitalizzarle ed anche ammesso che riceva il via libera dall’UE non ha i soldi. Quindi meglio il bail-in, o come dicono i genovesi il belìn, con le conseguenze del caso.
    P.S. Ma Atlante 1 non era già intervenuto sulle ultime quattro della lista, non ci doveva essere già la fila per vendere le good bank, o mi sono perso qualcosa. Comunque ci vorrà  una discreta moral suasion per costringerei CEO Messina di Intesa SanPaolo a sborsare altri denari per gli Atlanti 😉 Comunque noi siamo tranquilli nel votare No o Sì, tanto abbiamo il più solido sistema bancario al mondo, sono quei “tontoloni” degli spagnoli che hanno chiesto aiuto all’ESM (40 mld) per ricapitalizzare le loro banche quattro anni fa con il Fondo de reestructuración ordenada bancaria (FROB).