Conte Premier, Mattarella legge la Costituzione a Di Maio e Salvini

Prima di mettere l’Italia nelle mani del professore scelto da Lega e M5S, il Presidente della Repubblica ci vuole pensare bene. I rischi.

Prima di mettere l’Italia nelle mani di un premier che lui non conosce, di cui poco gli italiani sanno, totalmente privo (e potrebbe perfino essere un bene) di curriculum politico-amministrativo qual è il professor Giuseppe Conte, il Presidente della Repubblica ci vuole pensare. Magari non i 72 giorni che Salvini e Di Maio hanno impiegato per scodellargli il nome, ma qualche ora in più è abbastanza comprensibile. Da una parte c’è stata finalmente l’indicazione dei partiti, ai quali Conte sembra il giusto compromesso, e figurarsi se Mattarella non ne terrà conto; dall’altra però c’è la Costituzione che attribuisce al Presidente un certo numero di funzioni tra cui una è proprio quella di nominare il capo del governo.

Questo signore, una volta preso possesso di Palazzo Chigi, entra nella famosa stanza dei bottoni e da lì «dirige la politica generale del governo e ne è responsabile», «mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività del Consiglio dei ministri». Sono responsabilità da far tremare i polsi, che Mattarella ieri ha ritenuto opportuno far presente prima alla delegazione Cinque stelle e poi a quella leghista, dando testuale lettura della Costituzione, articolo 95: e non era mai successo, a quanto risulta, nella storia d’Italia.

Il vero punto di attrito

Di qui la frenata del Colle o, se si preferisce, la pausa per riflettere su quanto sta accadendo. C’è lo spread che rialza la testa, c’è il giudizio pesante dell’agenzia Fitch Ratings, la stessa che teneva sulle spine i governi di Berlusconi, c’è l’Europa che minaccia di stendere un cordone sanitario intorno all’Italia. Di Maio e Salvini che venivano a presentargli il loro accordo si sono trovati di fronte, nello studio alla Vetrata, un Presidente preoccupato, confermano dalle parti del Quirinale, per i segnali di allarme sui conti pubblici che mettono in pericolo i risparmi dei cittadini. Se venisse a mancare la fiducia delle istituzioni Ue e dei mercati, le nostre banche tornerebbero nel mirino, con tutto quanto ne consegue. Tra i collaboratori nessuno lo ammette, ma forse il Presidente si sarebbe atteso dai protagonisti una maggiore consapevolezza dei rischi collettivi.

Lo hanno ascoltato con rispetto, in silenzio, senza sollevare obiezioni, ma il vero punto di attrito sarà la scelta del ministro per l’Economia, colui che più ancora del premier dovrà tagliare le unghie della speculazione rassicurando e garantendo la nostra rispettabilità di debitori. Che in via XX Settembre Mattarella non gradisca piromani, agitatori o profeti ma personaggi solidi, con la testa saldamente sulle spalle, è un segreto di Pulcinella.

Attesa di risposte

Materia di riflessione presidenziale non è dunque soltanto la figura del premier, ma l’intera squadra ministeriale incominciando dal dicastero dell’Economia. La Lega insiste per metterci Paolo Savona, uno studioso sulla cui competenza nessuno discute, però fieramente ostile all’euro e teorico della nostra fuoriuscita. Arriverebbe Salvini al punto di far saltare il banco, qualora quel nome si rivelasse un ostacolo? È l’interrogativo che aleggia non solo al Quirinale, dove ieri nessun leader ha osato estrarre di tasca le liste dei papabili ministri che circolano sui giornali (peraltro tutte vere). Prima Mattarella dovrà investire il premier, e l’incarico a Conte potrebbe arrivare già domattina se le prossime ore verranno impiegate per fare chiarezza sull’intera squadra ministeriale, Economia compresa. La frenata non è lo stop definitivo, garantiscono sul Colle, ma che resti una certa tensione lo confermano le parole serali di Di Maio: «Un veto su Conte? Mattarella non si permetterebbe mai».

Fonte: La Stampa

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7 commenti

  1.   

    A prescindere da quello che accadrà, se questo governo prenderà il via sarà una svolta importante per il nostro Paese. Dopo parecchi anni di governi tecnici conseguenti ad un vero e proprio colpo di stato, avremo un governo politico risultato di una scelta elettorale. Finalmente possiamo cominciare a sperare in qualcuno che pensi all’interesse degli italiani. L’Europa ora più che mai è solo un’espressione geografica.

  2.   

     Allora don abbondio che sia scappato? magari a casa di kingeorge pur di non fare quello che non s’ha da fare.
    Perchè sicuramente è lui che gli ha detto dei rischi grossi che si corrono a far votare i cittadini, quelli che appunto per la brexit “non si devono far votare” nel regnounito, figuriamoci da noi, basta chiudete le urne, la dittatura ha inizio.

  3.   

    Gli accordi si fanno e si disfano, mai un accordo deve e può essere per sempre o a tutti i costi, soprattutto quando è palese che la loro sottoscrizione è avvenuta contro gli interessi del popolo e della nazione. Vi sono molti politici che hanno firmato quello che non avrebbero mai dovuto firmare, per convenienza, per dabbenaggine e peggio.

    Originariamente inviato da Nakatomy: @ Cesare , vero quello che dici… L’Italia ha firmato degli accordi molto tempo…   Dal mio punto di vista  vanno rispettati , altrimenti sarebbe il caos se tutti adorassero i propri criteri di calcolo , non trovi ?  ( Uscire adesso sarebbe una pazzia , il nostro potere di acquisto crollerebbe del 50 %  in una notte con la nuova lira contro dollaro  non lo dico io  ma esperti economisti americani)  I parametri di Maastricht o criteri di convergenza sono i requisiti economici e finanziari che gli Stati dell’Unione europea devono soddisfare per l’ingresso nell’Unione economica e monetaria dell’Unione europea (UEM).          

     
     

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    Scusa …. adottassero 
     

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    @ Cesare , vero quello che dici…
    L’Italia ha firmato degli accordi molto tempo…  
    Dal mio punto di vista  vanno rispettati , altrimenti sarebbe il caos se tutti adorassero i propri criteri di calcolo , non trovi ? 
    ( Uscire adesso sarebbe una pazzia , il nostro potere di acquisto crollerebbe del 50 %  in una notte con la nuova lira contro dollaro ?  non lo dico io  ma esperti economisti americani) 
    parametri di Maastricht o criteri di convergenza sono i requisiti economici e finanziari che gli Stati dell’Unione europea devono soddisfare per l’ingresso nell’Unione economica e monetaria dell’Unione europea (UEM).
     
     
     
     
     

  6.   

    Io non so se Conte sarà all’altezza della situazione, come non so se il prof. Savona riuscirà ad essere il ministro dell’economia che ci aspettiamo, so solo che noi e solamente noi italiani dobbiamo essere coloro che sceglieranno i ministri di questo governo. Interferenze dall’estero non debbono essercene. Come giustamente ha fatto presente Salvini i tempi delle genuflessioni ai diktat di Bruxelles sono finiti, ora si guardi agli interessi degli italiani, altrimenti è inutile andare a votare se chiunque viene eletto dovrà essere solamente un esecutore degli ordini di Bruxelles.

  7.   

    Cesare io direi così ?
    The populists put in power a character not elected by the sovereign people Attention